It’s VR time (e tutto il resto)
Google sta promuovendo la Virtual Reality. Lo fanno da qualche tempo, prima inserendo le funzioni di foto panoramica (360°) dentro i milioni di dispositivi con Android aggiornato, poi con gli occhialini da pochi euro (2€ da flyingtiger), poi con il Tilt Brush, il loro applicativo per disegnare nello spazio (costa meno di 30€), poi con un tour promozionale per far assaggiare le opere VR al pubblico.
Io non stavo con le mani in mano. Nelle ultime settimane ho cercato di passare dalla parte dello spettatore a quella del creatore di contenuti in 360°
Intanto siamo stati a Milano, domenica 5 marzo, nello spazio di via Capelli, per vedere un po’ cosa succedeva. Spazio di media dimensione, quello preso da Google, in una via in cerca di ri-lancio nel quartiere nuovo nuovo e lustro lustro intorno a piazza Gae Aulenti. Una quindicina di visori con caricate le opere di artisti ma anche quelle prodotte da visitatori della mostra stessa.
I visori sono quelli base, di cartone, proprio quelli che hanno dato il nome cardboard. Di cartone. Dentro al cartone telefoni Samsung o Apple. Niente Google Pixel, chissà perché. scelta strana.
Le opere sono base, pure. Niente di veramente wow, la mia impressione è che si sia scelto di far vedere qualcosa che chiunque, ma proprio chiunque, può fare. Basta un po’ di familiarizzazione con lo strumento.
Le opere si guardano attraverso il visualizzatore di Sketchfab, piattaforma di condivisione di contenuti VR. Fatevi un account, è gratis. Possibile che Google non abbia messo in campo un applicativo tutto suo? Possibile! Anche qui, forse, si vuole portare a zero il gradino di ingresso e di replicabilità domestica. Io apprezzo Sketchfab e, nel mio piccolo, mi sono dato da fare facendo la scansione di un cranio di ominide (ne avevo alcuni per le mani per via della mostra Homo sapiens di Milano).
Torniamo a Google. Navigazione nelle opere ragionevolmente semplice, giovani sorridenti, pubblico eterogeneo, e poi il pezzo forte: una singola e affollata stazione di disegno in Tilt Brush. 45 minuti di attesa.
Tilt Brush gira dentro a Steam (ma non solo) un ambiente dedicato principalmente al gioco e che raccoglie cose in 3D da utilizzare con HTC Vive, una delle due maschere “serie” per la realtà virtuale (l’altra è Oculus Rift, ma ne stanno arrivando altre ancora). Ci vuole un computer potente. Molto potente e veloce.
Questa è la parte WOW. Disegnare lì dentro, e immagino anche giocare, è tutta un’altra cosa, e il vedere (immaginare) su “un secondo monitor piatto” quello che chi indossa la maschera vede in 3D, beh, non rende proprio l’idea.
Cosa portiamo a casa?
la VR è matura (sia essa gioco/interazione 3D, foto 360, ambienti virtuali per fruizione turistica). Aspettiamo con ansia utilizzi professionali. Manca qualche pezzettino hardware, come telecamere stereoscopiche 360 a costo ragionevole, ma ci stiamo avvicinando velocemente. Guardate la VUZE 360 4k, ad esempio.
Fra poco sarà una tecnologia mainstream, e tutti faranno foto e video 360. Per la vera VR ci vorrà più tempo, ma ci stiamo avvicinando pure a questo.
Io nel frattempo mi sono comprato una camera 360 LG, una sferetta di Insta360 finanziata in parte su Indiegogo e una camera 3D di Occipital (quella con cui ho fatto la scansione dei crani).
Quindi mi ritengo pronto!
Una mia foto fatta con insta360
Una intervista fatta con LG 360, a Corrado Musmeci, nel laboratorio tipografico di Fontegrafica, perché il mestiere di videogiornalista non potrà rimanere insensibile.