Stadio, ritorno al futuro
Dal nuovo stadio di Lione al Santiago Bernabeu il mondo del calcio è sempre più smart, sicuro e confortevole. Dalle iperconnessioni una massa di informazioni utili per tifosi, allenatori, ma soprattutto per le società
Il risiko europeo degli stadi è in pieno svolgimento tra contraddizioni e giochi geopolitici degni dei miglior film di fantapolitica.
Si tratta di business immobiliari, ma non solo, notevoli legati a un mondo, come quello del calcio, perché di questo principalmente si parla in Europa, che ha un potere di pressione molto superiore a quello di settori molto più importanti in termini puramente economici. Il fattore tecnologico, nel caso degli stadi, si inserisce su un contesto geopolitico, economico e sociale di per sé in continua evoluzione e quindi molto interessante per osservatori e commentatori politici, sportivi e tecnologici.
Nonostante tutto è evidente che gli investitori di tutto il mondo si stanno lanciando sul business degli stadi europei: Mansur bin Zayd Al Nahyan, fratello del Presidente degli Emirati Arabi Uniti, proprietario del Manchester City, ha appena venduto il 13% del City a una cordata cinese composta da China Media Capital, specializzata in diritti tv e marketing e la banca, anch’essa cinese, Citic Capital.
Il Paris Saint German appartiene al Qatar Investment Authority il fondo di investimento sovrano che gestisce petrolio e gas naturale del Qatar e che vanta innumerevoli partecipazioni nelle più importanti multinazionali europee (da Barclys a Volkswagen a Gas de France Suez, Total, Shell, Credit Suisse ecc…).
L’Internazionale di Milano, da un paio di anni è nelle mani di Erik Thohir, un imprenditore indonesiano, così come Roma e Manchester United appartengono a imprenditori statunitensi e il Chelsea a Roman Arkad’evič Abramovič un magnate russo impegnato nell’industria energetica.
I succitati esempi sono solamente alcuni degli importanti investitori che si stanno riversando sul mondo del calcio, un settore storicamente e generalmente in perdita i cui ritorni per i “patron” sono principalmente di immagine. Anche gli investitori attuali, per quanto discussi o discutibili, hanno disegnato degli interventi con una duplice veste: finanziaria e pubblicitaria.
Su questo doppio binario che guarda con molto interesse, non solamente ai ricavi, ma anche alla necessità di reputazione, si inserisce molto bene il fattore tecnologico, destinato ad ampliare a dismisura l’impatto degli eventi sportivi e a favorire la trasformazione del business calcio in un affare realmente redditivo. I nuovi stadi di cui si parla possono infatti giustificare importanti investimenti non soltanto in funzione della visibilità che regaleranno ai loro “patron”, ma soprattutto in relazione alle nuove “funzioni” che saranno in grado di svolgere e al nuovo rapporto che andranno a instaurare tra utenti e infastruttura.
L’iperconnettività degli stadi dovrà consentire di gestire 40-50mila persone super connesse, pronte a rivedere i replay delle azioni in tempo reale sui loro molteplici device, dovranno consentire pagamenti con cellulari nei ristoranti, alberghi, musei, cinema o semplici bar che lo stadio includerà. Si prevedono poi funzioni aggiuntive che assicureranno sicurezza e comfort ai tifosi. Il posto a sedere, ovviamente prenotato, sarà assegnato e nominale, fin dal parcheggio; grazie ai social negli intervalli si potranno ricevere le statistiche sui giocatori preferiti sul device definito, e si potrà vedere la partita dal punto di vista della star scelta, proprio come da una camera car in formula uno. Probabilmente saranno le società a gestire direttamente i contenuti decidendo come rilasciarli a un pubblico sempre più coinvolto. Dal punto di vista pubblicitario, previa iscrizione e quindi nel pieno rispetto delle norme previste dalle differenti leggi sulla privacy, si potranno ricevere informazioni targettizzate sul proprio profilo, oltre che seguire in streaming le partite delle altre squadre direttamente dallo stadio.
Insomma, in un mondo della pubblicità e della comunicazione in cui è fondamentale “ingaggiare” il cliente lo stadio, e tutte le sue infinite diramazioni, diventano il luogo in cui le relazioni con il tifoso-cliente si fanno più intense e passionali amplificandosi a dismisura attraverso nuovi media e social network. Per questo la connessione è destinata a diventare uno degli asset decisivi per la progettazione dei nuovi stadi, centri focali del business delle società di calcio, sempre più moderne, e sempre più vere imprese globali. Uno dei primi esempi è lo stadio di Lione, attualmente in costruzione, che dovrebbe ospitare la prima gara il 9 gennaio; con i suoi 25mila terminali wireless consentirà agli spettatori di individuare il proprio posto con lo smartphone, di pagare e ordinare direttamente dal cellulare, di guardare i replay delle azioni in tempo reale e coinvolgere il pubblico con giochi e concorsi on line prima, dopo e durante le partite.
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